Reggio, nasce la proposta municipalista

Un appello sottoscritto da decine di cittadini e cittadine reggiani per promuovere un primo incontro pubblico che si svolgerà in città sabato 23 giugno (ore 17.00, Area Verde lato scuola primaria San Giovanni Bosco di Via Bismantova). 
Questa iniziativa propone un percorso partecipativo che culminerà nella presentazione di una lista civica municipalista alle prossime elezioni comunali del 2019 a Reggio Emilia.
 
Appello per una proposta municipalista alla città. La città di  Reggio Emilia oggi.
 
Il "modello emiliano" è in crisi; una crisi sociale, economica e civile che viene da lontano e che ha ragioni strutturali, comuni alla quasi totalità dell’Italia e dell’Occidente; una crisi che attraversa il nostro territorio in maniera certamente meno drammatica che in altre aree più depresse e prive delle riserve alle quali ancora possiamo attingere, ma che – nondimeno – mostra come va progressivamente assottigliandosi il nostro patrimonio culturale, politico ed economico: è esperienza quotidiana che la qualità del lavoro, delle relazioni sociali, dei servizi essenziali, si deteriora costantemente e ormai appare prossima la soglia di rottura. Primo a farne le spese è l’ambiente che viviamo, preda di logiche privatistiche che puntano alla massimizzazione del profitto e sono prive di qualunque remora rispetto al dissennato consumo di suolo,
alla furia della speculazione edilizia, allo sforamento insostenibile dei limiti di inquinamento atmosferico, all’aumento tumori. Quando non semina degrado e spreco, la violenza delle logiche capitalistiche alimenta dinamiche brutali: il processo Aemilia ha svelato, forse con una chiarezza inattesa persino ai più avvertiti, che proprio l’Emilia Romagna è divenuta epicentro culturale ed economico della ‘ndrangheta nel nord Italia.
 
Quale modello politico?
 
Un quadro che muta così velocemente e in maniera tanto preoccupante, chiede risposte nuove, all’altezza della sfida in campo; risposte capaci di superare schemi passati, di chiudere una stagione di subalternità alla destra, ai suoi modelli culturali e alle sue ricette economiche che hanno spalancato le porte a forze razziste, fasciste e iperliberiste.
In un’epoca di polarizzazione e radicalizzazione a destra del contesto della politica italiana ed europea (e di rimando della offerta elettorale), è necessaria, quindi, una proposta di segno opposto, capace di segnare in maniera forte la rottura con una tradizione di centrosinistra che, a Reggio Emilia come nel resto d’Italia, viene reputato (non a torto) corresponsabile del modello neoliberista, che chiama ‘austerity’ il quotidiano scaricare i costi della crisi sui ceti sociali più vulnerabili, attraverso i vincoli di bilancio e il patto di stabilità. A Reggio – come già altrove – quella che appare una necessità politica, è in realtà anche una risposta sociale: una proposta finalmente autonoma ed alternativa al Partito Democratico, che con le sue politiche miopi e antipopolari è la causa prima dell’attuale profonda crisi della sinistra. Una proposta capace di dare rappresentanza e voce a chi quei costi non vuole e non può più pagarli.
Il cedimento elettorale anche nelle roccaforti tradizionali dice con chiarezza della rottura della connessione sentimentale tra il popolo e i propri rappresentanti storici, al punto che oggi possiamo immaginare che anche a Reggio Emilia alle prossime amministrative un’ipotesi di sconfitta del PD non sia improbabile. Ciò che tuttavia preoccupa maggiormente è l’ipotesi concreta di un’uscita a destra dalla crisi, ovvero una risposta in chiave razzista che punta a scaricare verso il basso i costi sociali di un sistema neoliberista che nessuno vuole mettere in discussione e che invece di reintegrare la marginalità sociale con investimenti di welfare agita l’opzione della militarizzazione dei quartieri e la retorica del nemico, per fare presa sulla rabbia e frustrazione di una classe media impoverita e impaurita.
 
La nostra proposta: il neomunicipalismo
 
In questo quadro nessuno può dirsi salvo ma nessuno deve smarrire speranza e fiducia. La città è il luogo primo nel quale sperimentare pratiche di resistenza alla deriva neoliberista, il perimetro ideale per costruire laboratori di socialità, di economia sostenibile, di ecologismo e di cultura della differenza.
Il futuro della città non deve restare alla mercé di grandi gruppi industriali o delle solite piccole lobbies locali: noi vogliamo riattivare il protagonismo e la collaborazione di tutti i cittadini, nel perseguire un programma di cambiamento, di partecipazione e cittadinanza attiva.
La nostra città fu protagonista nel primo Novecento delle più belle pagine del municipalismo socialista di Camillo Prampolini e del sindaco Roversi e oggi può ritornare all’avanguardia su questo piano, costruendo una architettura umana che risponda ai desideri di libertà, uguaglianza e cittadinanza di coloro che vi risiedono, senza che il luogo dove sono nati, la condizione sociale, l’orientamento sessuale o religioso possano essere fattori discriminatori.
Il Neomunicipalismo dovrà rappresentare per noi – e per tutti coloro che vorranno incamminarsi con noi – una pratica politica solidale e democratica, che metta al centro gli interessi dei molti, con la quale ritessere legami sociali spezzati e costruire insieme un programma di cambiamento. Un lavoro collettivo che, nell’ambito delle competenze comunali, sappia trovare un equilibrio con l’ambiente, difendere i lavoratori e la funzione sociale del lavoro, che non lasci nessuno da solo con il proprio dolore privato ma lo riporti all’interno di una comunità che insieme si sostiene e cresce.
Beni comuni come l’acqua e la gestione dei rifiuti non possono essere oggetto di profitto (né di Iren né di altri), i servizi ai disabili non possono assottigliarsi ogni anno di più, le politiche di accoglienza non possono essere lasciate alle direttive di un Ministero cinico e burocratico, la cultura e l’istruzione non possono rappresentare un lusso o un vezzo, l’antifascismo non deve arretrare sullo sfondo della Storia.
Su questo il nostro impegno: far subito ripartire politiche sociali per il bene comune, restando lontani da commistioni con partiti , come il PD, e persone, irrimediabilmente compromesse con la gestione politica locale, che da troppi anni è opaca e vergognosamente antipopolare!
Vogliamo ridurre la distanza tra istituzione e corpo sociale, poiché solo in questo modo si possono
instaurare meccanismi virtuosi che risolvono i problemi che oggi paiono rompicapi inestricabili, restituendo alla politica la sua funzione primaria: garantire bellezza al mondo e felicità alle cittadine e cittadini.
 
PRIMI FIRMATARI
Zaman Abdullah  Operatore sociale
Maja Agosti Operatrice sociale
Vito Albanese  Libero Professionista
Pierluigi Allegretti Avvocato
Antonella Amadei Studentessa
Francesco Amato Farmacista
Simone Armini        Educatore
Nabil Ben Cheikh Operaio
Nicola Daniele Bertani    Operatore Sociale
Claudio Bigi Libero Professionista
Anna Borghi Impiegata pubblica
Roberta Brighenti Educatrice
Francesco Campani   Pensionato
Eugenio Capitani Docente
Simone Carucci   Libero Professionista, disegnatore tecnico
Enzo Cerlini 
Sara Cocconi  Psicologa
Daniele Codeluppi  Operaio Agricolo
Carla Colzi Dipendente Sanità Pubblica
Massimo Comunale  Medico
Claudio Corassori Tecnico di laboratorio
Andrea Corghi   Tassista
Natale Cuccurese Commerciante
Matteo D’Agostin Cuoco
Davide Dal Muto Progettista Impianti Comunicazione
Andrea Damiano Docente
Marta Danova   Ristoratrice
Davide Davoli   Educatore
Flora De Carlo   Educatrice Ambientale
Giuseppe Dori   Educatore
Silvia Fabbri Giornalista
Mariangela Fanelli Psicoterapeuta
Guido Favali Impiegato
Simone Ferretti Impiegato Amministrativo
Antonella Festa Insegnante
Mimmo Firmani Assistente Amministrativo
Luca Gandolfo   Ciclomeccanico
Roberta Gigli Educatrice
Giuliano Gualandri Operatore sociale
Mariam Hassane Educatrice
Alex Isabelle Artista
Antonietta Levo Tecnico di laboratorio
Teresa Lo Presti Educatrice
Lucia Lusenti Impiegata Federconsumatori
Fabio Lusetti Dipendente
Enrico Malferrari Operatore Terzo Settore
Maria Beatrice Manfrin   Studentessa
Flavia Marconi  Insegnante in Pensione
Andrea Marzolino Studente
Alessandro Marzolino Operaio
Maurizio Menozzi Operaio
Carlo Miron Ingegnere Informatico
Elanor Miselli Operatrice sociale
Angela Montanari Chimica Ricercatrice
Pasquale Mottola Operaio
Paul Omije Partita IVA
Francesco Paone Autonomo a partita IVA
Daniele Paone studente
Cosimo Pederzoli Educatore
Angelo Perazzetta Studente
Giuseppe Petracchi Impiegato
Clara Leticia Pineiro Pensionata
Danilo Redeghieri Disoccupato
Silvio Rosati Sindacalista di base
Jacopo Schieppati Impiegato Settore Energie Rinnovabili
Claudio Spanu Web Designer
Gianni Tasselli         Impiegato Coop
Gianluca Tegoni piccolo imprenditore
Tatiana Teneggi Studentessa
Sergio Toffanetti Impiegato
Marco Vassalotti Studente
Monica Vender Libera Professionista
Nadia Venturelli Operaia Settore Ceramico
Federica Zambelli operatrice sociale