Reggio, 4 centraline per segnalare lo smog

Quanto influisce effettivamente la presenza di aree verde sul clima e sulla concentrazione di inquinanti? Come possono gli alberi, in termini di temperature e qualità dell’aria, migliorare la vivibilità degli spazi urbani?

 
Sono questi alcuni dei quesiti al centro della sperimentazione avviata dal Comune di Reggio Emilia, in collaborazione con Arpae, nell’ambito del progetto europeo Life UrbanProof sull’adattamento ai cambiamenti climatici. Una sperimentazione che parte questa settimana e durerà tutto il mese di luglio con l’obiettivo di monitorare l’aria in città e meglio definire il contributo di alberi e aree verdi alla mitigazione climatica e alla rimozione di alcuni inquinanti, quali l’ozono e gli ossidi di azoto.
 
Le stazioni di monitoraggio sono posizionate in quattro diversi punti della città e sono state scelte per le diverse caratteristiche che presentano in termini di patrimonio arboreo e traffico: al parco del Popolo (parco urbano in condizioni di vasta ombreggiatura), al Campus del San Lazzaro (parco urbano in condizioni di elevata esposizione al sole), in piazza della Vittoria (area pedonale urbanizzata in condizioni di elevata esposizione al sole) e in viale Timavo (area urbana trafficata in condizioni di elevata esposizione al sole).
 
Questa sperimentazione potrà permettere di valutare le eventuali differenze di impatto sulle condizioni microclimatiche e di assorbimento degli inquinanti delle varie aree, in modo da consentire, in futuro, una migliore pianificazione delle piantumazioni e della creazione di zone verdi in città. L’incremento del patrimonio verde e arboreo è uno dei programmi strategici avviati negli ultimi anni dal Comune e rappresenta uno degli aspetti cardine del programma ReggioRespira che prevede la messa a dimora di 8000 alberi entro il 2019.