Pd dopo Renzi. Martina: guida collegiale. Ora all’opposizione, poi il congresso

E’ iniziata senza Matteo Renzi, al Nazareno, la Direzione del Partito Democratico chiamata a esprimersi sui prossimi passi da compiere dopo le dimissioni del segretario.

Ha detto il vicesegretario del Partito democratico Maurizio Martina: "La segreteria si presenta dimissionaria a questo appuntamento. Ma io credo sia importante che continui a lavorare insieme a me in queste settimane che ci separano dall’Assemblea. Con il vostro contribut cercherò di guidare il partito nei delicati passaggi interni e istituzionali a cui sarà chiamato. Lo farò con il massimo della collegialità e con il pieno coinvolgimento di tutti, maggioranza e minoranze, individuando subito insieme un luogo di coordinamento condiviso. Chiedo unità". "Alle forze che hanno vinto diciamo – ha sottolineato – una cosa sola: ora non avete più alibi. Ora il tempo della propaganda è finito. Lo dico in particolare a Lega e Cinque Stelle: i cittadini vi hanno votato per governare, ora fatelo. Cari Di Maio e Salvini prendetevi le vostre responsabilità".

Candidati ufficiali alla segreteria al momento non ce ne sono, ma quelli accreditati di una possibilità sono già molti. Il presidente del Lazio Nicola Zingaretti potrebbe raccogliere un vasto consenso, ma non subito (vista la recente rielezione), piuttosto quando saranno convocate le primarie, tra almeno un anno. Un punto di convergenza potrebbe essere rappresentato dal ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, un "diversamente-renziano", cattolico, già sindaco, che potrebbe mettere d’accordo varie componenti.

Tra i nomi che circolano ci sono poi quelli dello stesso Martina, di Michele Emiliano (che ha ottenuto il 10% alle scorse primarie), di Carlo Calenda, anche se il diretto interessato nega ma chiede di "riattivare le iscrizioni e renderle più semplici". Ma la corsa alla segreteria, per quanto già partita in modo sotterraneo, si giocherà a cominciare da martedì e comunque dovrà partire dai numeri.


Oggi la direzione del Partito demcratico dopo le dimissioni di Matteo Renzi con una relazione del vicesegretario Maurizio Martina. Matteo Renzi "si è dimesso, ho la lettera spiega Matteo Orfini, presidente del Partito democratico.

Dal 5 marzo, dal giorno delle dimissioni e prima della conferenza stampa, ho la lettera di dimissioni che domani leggerò in direzione. E’ una lettera molto semplice in cui si prende atto del risultato, si annunciano le dimissioni e si invita a procedere con gli adempimenti da statuto, con la convocazione dell’assemblea". 

 
Orfini, no a primarie subito, intesa larga per segretario. "Renzi spiegherà le ragioni delle sue dimissioni in assemblea. E lì dobbiamo trovare quello che ci aiuti a riflettere meglio: personalmente non penso che convocare le primarie tra tre mesi non sarebbe la soluzione migliore perché torneremmo a discutere di nomi e non delle ragioni della sconfitta". Dice Orfini a "1/2ora in più". Si dovrebbe eleggere un segretario "ovviamente con un accordo il più largo possibile e possibilmente unitario, come avvenne per Franceschini e Epifani dopo Veltroni e Bersani. E poi ci porterà a un congresso vero con le primarie", aggiunge.