Oggi l’addio in Comune a Otello Montanari, l’uomo del ‘chi sa parli’

Oggi la camera ardente e i funerali. La camera ardente dell’onorevole Otello Montanari viene allestita, a cura del Comune di Reggio Emilia, nel Museo del Tricolore, in piazza Casotti 1.
Coloro che vorranno fare visita alla salma possono farlo dalle 9 alle 13.30 di mercoledì mattina.
Alle ore 14 di mercoledì 18 aprile la salma verrà traslata presso il cimitero di San Maurizio, dove si svolgerà la sepoltura.

Le orazioni funebri in onore e a memoria dell’onorevole Otello Montanari si svolgono mercoledì 18 aprile, dalle ore 14, presso la camera ardente allestita nel Museo del Tricolore di Reggio Emilia.
Intervengono il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi ed il presidente dell’Anpi-Associazione nazionale Partigiani d’Italia, Ermete Fiaccadori (qui sotto il video dell’intervento del sindaco).

 Coloro che desiderano rendere omaggio alla salma dell’onorevole Montanari potranno farlo anche nella mattinata di domani, dalle ore 9, alla camera ardente con ingresso da piazza Casotti, 1.

 

E’ morto martedì 17 aprile Otello Montanari, figura storica della vita pubblica reggiana, avrebbe compiuto 92 anni il 10 di maggio.
Otello Montanari era nato nel maggio del 1926 a Reggio Emilia. Si iscrisse giovanissimo al Partito comunista e fu studente a ragioneria della professoressa Nilde Iotti, poi presidente della Camera dei deputati.

Partecipa poi alla guerra di Liberazione nelle file dei Gap (gruppi di azione patriottica) rimanendo ferito il primo gennaio 1945 durante un conflitto a fuoco con i fascisti sulla Via Emilia nei pressi di Reggio Emilia. I colpi di arma da fuoco lo rendono immobile fino a fine 1946 e claudicante per sempre.
 Nel dopoguerra fu deputato del Pci e negli anni Ottanta fondò il comitato del Primo Tricolore sulle origini della bandiera italiana. Presidente dell’Istituto Alcide Cervi e dirigente dell’Anpi, il 29 agosto 1990 scrisse al Carlino una lettera sull’omicidio di Arnaldo Vischi, che avvenne nel 1945, quando era allora direttore generale delle Officine Reggiane. 
 
Diventò quello il caso del ‘Chi sa parli’, un caso nazionale sui crimini del dopoguerra nel Reggiano compiuti dai partigiani. Di conseguenza vennero riaperti processi di grande eco come quello sull’omicidio di don Umberto Pessina, a Correggio, e del capitano Fernando Mirotti a Campagnola, che avevano visto l’ingiusta condanna di personaggi quali Germano Nicolini (comandante partigiano Diavolo ed ex sindaco di Correggio) ed Egidio Baraldi, ex partigiano comunista, che in seguito andarono entrambi assolti.
 
Tuttavia, nonostante la revisione di processi e la scoperta di nuove verità nascoste, Otello Montanari venne espulso dall’Istituto Cervi e allontanato dal Comitato provinciale dell’Anpi e  aspramente contestato ed emarginato nel partito comunista, seppure fosse stato difeso da alcuni importanti esponenti del mondo partigiano. Otello Montanari ebbe molto a soffrire di queste vicende. Seppure dopo lunghi anni di emarginazione la sua figura fu ampiamente rivalutata con le scuse del suo partito, del Cervi e dell’Anpi.