Modena. Muri Kyenge imbrattati, una semplice ripicca

L’imbrattamento con escrementi animali dei muri esterni dell’abitazione modenese dell’europarlamentare del Pd, Cecile Kyenge sarebbe legato a una sorta di ripicca tra vicini e non a un gesto razzista. A confessarlo come riporta ‘Il Resto del Carlino" è un residente di Gaggio di Castelfranco, dove ha casa l’ex ministro dell’Integrazione. "Non si è trattato di atto xenofobo – rivela al quotidiano – ma di un gesto di esasperazione verso un atteggiamento incivile.
 
Perché l’ho fatto? Semplice: "Suo marito non raccoglie mai le deiezioni del loro cane di grossa taglia e all’ennesimo episodio non ci ho visto più dalla rabbia, ho rimosso le feci e le ho gettate nel giardino".
Giovedì scorso, ha raccontato, "camminavo sulla ciclabile, ero distratto e sono finito col piede dritto sui bisogni del cane. Poco più avanti c’erano altre sue ‘tracce’ e, come sempre, nulla era stato pulito. Ammetto che mi si è chiusa la vena, ho raccolto tutto e ho gettato l’escremento nel loro giardino sporcando anche il muro".

Kyenge: miei rapporti con il vinato sono eccellenti. "Mi sento in obbligo di inviare questo comunicato a seguito dell’informazione diffusa dalla stampa, relativa a presunte liti di vicinato che avrebbero portato qualcuno dei nostri vicini a compiere episodi delittuosi di spargimento di escrementi sui muri e sui cancelli della nostra casa. Sono a confermare, per quanto riguarda la mia famiglia, il buon rapporto che intratteniamo con i nostri vicini, molti dei quali vivono insieme a noi dalla nascita di questa zona residenziale di Gaggio, intrattenendo fin dal primo giorno rapporti eccellenti con noi. A memoria mia e di tutta la nostra famiglia, non abbiamo ricordo di liti con i nostri vicini e non abbiamo il sospetto che qualcuno, nel nostro quartiere, possa avercela con noi in generale, ed in particolare a proposito del nostro cane Zibi, tanto da raccogliere presunti escrementi di quest’ultimo in giro e rilanciarceli sui muri e sui cancelli. 
 
Il “vicino anonimo”, evocato da un giornale, che avrebbe raccolto escrementi di un cane presso il proprio domicilio, o lungo la strada, avrebbe rigettato contro il nostro muro escrementi di cui è l’unico a conoscerne l’origine. Mi pare, dunque, un tentativo di attribuire al nostro cane le responsabilità di un gesto d’odio compiuto proprio contro di me e la mia famiglia. Queste nuove interpretazioni emerse oggi mi addolorano ulteriormente, essendoci sempre comportati correttamente con i nostri vicini. Come già detto, ho sporto regolare denuncia presso le autorità competenti, e intendo lasciare a loro la decisione di intraprendere accertamenti ed indagini affinché le responsabilità siano stabilite sulla questione. Nel frattempo, nonostante il tentativo di demoralizzazione che ne è conseguito, raccolgo le forze per portare avanti il mio lavoro, certa che l’inclusione e la successiva coesione sociale siano valori fondamentali per la vita di tutti noi cittadini italiani. Abbasso l’odio!"