Mirandola, catturate o abbattute 1.300 nutrie

L’attività di controllo delle nutrie lungo i corsi d’acqua si è estesa da qualche mese alle zone umide delle Valli mirandolesi, in particolare quelle create di recente da diversi agricoltori che hanno usufruito di specifici incentivi europei nell’ambito del Piano di sviluppo rurale. 
Dall’ottobre scorso sono state catturate ed abbattute circa 1.300 nutrie in un’area complessiva vasta circa 80 ettari, grazie al piano di controllo  coordinato dalla Polizia provinciale e con il coinvolgimento dei cacciatori coadiutori e degli stessi agricoltori. 
 
Per la cattura sono state utilizzate finora 80 gabbie, messe a disposizione dagli agricoltori e controllate ogni giorno dai coadiutori che hanno il compito di abbattere le nutrie e liberare le specie "non bersaglio".
 
Come spiega Fabio Leonelli, comandante della Polizia provinciale, «le zone umide rappresentano una habitat naturale per diverse specie, soprattutto uccelli che sono da preservare, ma anche per le nutrie per le quali invece è previsto l’abbattimento a tutela di argini, nidi e colture agricole. Oltre a svolgere l’attività di controllo lungo gli argini, abbiamo avviato questo progetto specifico che sta offrendo risultati molto postivi», anche grazie, sottolinea Vittorio Ballestrazzi, sovrintendente maggiore della Polizia provinciale e coordinatore del progetto, «alla collaborazione indispensabile dei cacciatori coadiutori che per partecipare ai piani di controllo e a progetti come questo devono frequentare un apposito corso. Nelle prossime settimane contiamo di ampliare le aree interessate arrivando a oltre 200 gabbie che sono considerate lo strumento più efficace per le catture».
 
Le zone umide sono preziose per tutelare le biodiversità, l’ambiente in generale e contribuiscono anche a contrastare il cambiamento climatico; per questo il Piano di sviluppo rurale 2014-2020 finanziato dall’Unione europea e gestito dalla Regione, mette a disposizione degli agricoltori contributi per la  trasformazione dei terreni in zona umida, una opportunità colta in questi mesi da diversi proprietari del territorio modenese e mirandolese in particolare che, a fronte dei contributi ricevuti, si impegnano a tenere sommersi i terreni per almeno 20 anni, ma anche a controllare la proliferazione delle nutrie, attività che viene coordinata, appunto, dalla Provincia, rafforzando il piano di controllo regionale.