Migranti, la denuncia della Lega

Il capogruppo della Lega Nord in Regione Emilia-Romagna Alan Fabbri ha commentato duramente la delibera della Corte dei Conti del 7 marzo scorso relativa alla "Prima accoglienza per gli immigrati", che ha bocciato peraltro la gestione nazionale in materia.

Secondo l’esponente del Carroccio in Emilia-Romagna sarebbero spesi "più di 55 euro al giorno per ogni richiedente asilo, in pratica 1.600 euro al mese, come uno stipendio di un lavoratore qualificato. Tanto è arrivata a costare l’accoglienza dei sedicenti profughi nel nostro territorio, tra i più esosi d’Italia nel business immigrazione. L’Emilia-Romagna è tra le regioni dove l’accoglienza costa di più".

Cifre "sproporzionate", per l’ex candidato presidente leghista, "a cui va aggiunta la gestione delle domande d’asilo, costate in media 203,95 euro solo per le procedure base, a cui vanno aggiunti i costi per gli avvocati assegnati in gratuito patrocinio ai richiedenti asilo che hanno fatto ricorso. Tutto ovviamente pagato con i soldi dei contribuenti. La Corte dei Conti adesso boccia la gestione dell’invasione da parte del Partito Democratico: peccato che questi dati non siano usciti prima delle elezioni".  

Dai dati degli ultimi tre anni, tuttavia, emerge un calo costante della spesa per ciascun richiedente asilo: da punte superiori ai 55 euro al giorno rilevate nel 2013, infatti, si è passati a una media di 40,71 euro nel 2014 fino ai 33,38 euro al giorno per immigrato del 2015.

Cifre considerate in ogni caso "esorbitanti" da Fabbri e che certificherebbero "la folle gestione del governo Renzi-Gentiloni, appoggiato in toto dal governatore dell’Emilia-Romagna Bonaccini, dell’immigrazione forzata in Italia: dai 1.000 ai 1.500 euro al mese, presi dalle tasche dei cittadini e spesi per mantenere sul nostro territorio clandestini che sostengono, nella grande maggioranza dei casi falsamente, di fuggire dalla guerra; mentre i nostri cittadini sono lasciati soli anche davanti a situazioni difficili che, negli ultimi anni, non sono mancate, come il terremoto, le alluvioni, le crisi economiche".

Davanti a questi numeri, ha attaccato Fabbri, “è la stessa Corte dei Conti a bocciare la gestione Pd dell’invasione: un business poco trasparente, senza adeguati controlli che spesso non ha nemmeno garantito standard dignitosi di vita".

Nella delibera, in effetti, la Corte chiarisce come, a livello nazionale, “l’assegnazione dei servizi senza procedure di trasparenza e concorrenza non appare ammissibile”, sottolineando come siano mancati "il monitoraggio degli standard di ricezione e la gestione di possibili resistenze con le comunità locali” e rilevando “l’incapacità da parte del ministero di tracciare la presenza e gli spostamenti dei richiedenti asilo”: dal 2006 al 2014, infatti, si sono resi irreperibili ben 17.892 soggetti solo in Italia.