Assessore e candidato

L’assessore ai lavori pubblici del Comune di Reggio Emilia, Mirko Tutino, è contemporaneamente candidato alla Camera nell’uninominale per Liberi e Uguali.

 
In veste di assessore (e anche di candidato) ieri Tutino ha postato sul profilo personale Facebook un ampio video nel quale annuncia la riorganizzazione del servizio del bike sharing con biciclette elettriche che sostituiranno il parco a due ruote attuale. Il servizio, dice nel video l’assessore-candidato, prenderà avvio dalprossimo aprile.
Domanda: perché annunciarlo oggi, nella doppia veste di assessore-candidato, e non attendere il voto del 4 marzo o, appunto, il mese di aprile? Risposta elementare: perché oggi siamo in campagna elettorale, ci sono voti da raccogliere e di conseguenza le regole fondamentali dello stile, se non quelle di una elementare etica pubblica che prevede una ovvia distinzione tra amministratore in carica e candidato, non valgono più. Tutto passa in cavalleria, tutto è ammesso, compreso l’utilizzo surrettizio del mandato amministrativo al quale si è stati chiamati.
 
Va detto che Tutino ha annunciato nei giorni scorsi che rinuncerà all’indennità che gli spetta in qualità di assessore per il mese di febbraio. Ma il bel gesto, evidentemente, si ferma qui.
Non è la prima volta, soprattutto tra i più giovani che fanno politica, in cui si manifesta in forma palese un’assoluta mancanza di consapevolezza circa la distinzione tra ciò che appartiene alla sfera pubblica generale e ciò che appartiene alla competizione tra i partiti, e che indurrebbe preventivamente chiunque a evitare cadute di stile che sfiorano l’abuso. Né ha senso chiamare in correo ministri o parlamentari a fine corsa, come alcune sturmtruppen di Liberi e Uguali hanno scritto su Facebook. Il governo è in carica per gli affari correnti secondo disposizione costituzionale, mentre il mandato amministrativo del Comune di Reggio è nel pieno delle sue funzioni.
 
C’è da meravigliarsi che il sindaco Vecchi non abbia, almeno sinora, trovato alcunché da osservare circa il disinvolto comportamento del suo assessore-candidato sdoppiabile: una parte al governo locale a trazione Pd, una parte all’opposizione con LeU in campagna elettorale.
 
Viene da pensare che sul tema abbiano ragione i Cinquestelle: se hai un incarico pubblico svolgi solo quello sino alla conclusione, e se hai smanie di carriera te le tieni.