A Reggio presentato Festival Aperto

La nuova, e decima, edizione del Festival Aperto, in programma a Reggio Emilia nei mesi di settembre, ottobre e novembre 2018, con 28 fra concerti e spettacoli nei tre teatri della Fondazione: i teatri Municipale Valli, Ariosto e Cavallerizza, e una “trasferta” alla Fonderia Aterballetto.


 

Il programma si muove fra musica, teatro, danza, circo e altre visioni, con un accento speciale sulla permeabilità fra i generi. È cifra distintiva del contemporaneo quella che porta sovente gli artisti a spostare l’asse dei loro progetti da una disciplina all’altra, in uno sconfinamento programmatico che rende i progetti sempre meno classificabili, sempre più da scoprire.
Il Festival 2018 porta un titolo che richiama l’importanza della trasformazione: Passaggi. E porta un sottotitolo che ai meccanismi artistici e sociali della trasformazione dà un nome e un cognome: Canzoni, Rivoluzioni.

 
Il Festival Aperto 2018 vuole mettere in luce quello spazio di utopia realizzata – le arti performative – in cui un corpo può cantare, una voce danzare, e mille confini possono essere infranti.
Il Festival cioè, com’è sua radicata consuetudine, attinge a temi del contemporaneo per farne lo sfondo di un insieme di progetti in cui le idee di rivoluzione e di canzone risultano trascese in materia dell’immaginario personale e collettivo.
Desiderio di liberazione, di emancipazione, spirito ribelle, disobbedienza, utopia, sono elementi che sottotraccia, come un fiume carsico, percorrono il lavoro di ogni artista. Del resto, il segnale affettivo della canzone – amore, memoria, rabbia –, cos’è se non l’aspirazione a un’esistenza diversa, piena, gioiosa, e infine: più giusta?
 
Una questione di passaggi.
 
Il programma si snoda attraverso alcuni percorsi di programmazione:
Rotte est-europee.
Anti-pop songs.
Sol # – concerti con parole.
Teatro per la musica e per lo spazio.
Danza & Confini.
Circo.
Kids.
Si tratta di percorsi utili all’orientamento, suggerimenti di lettura, snodi di collegamento – non di compartimenti stagni.
 
Rotte est-europee.
Un progetto originale di Gidon Kremer che affianca il violino “caminante” di Luigi Nono in dialogo spaziale con se stesso, e i Preludi del compositore ebreo-russo Mojsej Vajnberg, associati a immagini del fotografo lituano Antanas Sutkus: è Preludes to a Lost Time (Imaginary Dialogues), un’opera audiovisuale sulla condizione artistica ed esistenziale nella vecchia URSS (Teatro Valli, 22 settembre). Un concerto della Chamber Orchestra of Europe che propone autori dalle diverse, spiccatissime personalità tra Otto e Novecento (Čajkovskij, Dvořák, Kodály) alle prese con diverse tradizioni musicali popolari dell’Est europeo: Ungheria, Russia, Boemia (Teatro Valli, 10 novembre). Un progetto drammaturgico realizzato dal regista belga Ivo van Hove sul ciclo di canzoni Diary of one who disappeared di Leoš Janáček, trasformato in lavoro di teatro musicale a tutti gli effetti (Teatro Cavallerizza, 8 dicembre).
Un ideale trittico est-europeo che, mentre ci immerge nel crocevia di culture che è stata l’Europa, si affaccia sull’Europa di oggi con inaspettata attualità.

 
Anti-pop songs.
Diversi progetti sono incentrati sulla canzone. Enrico Rava e Stefano Bollani in duo inaugurano il festival con la loro arte improvvisativa applicata a canzoni italiane e brasiliane, senza dimenticare standard jazz e pezzi originali (Teatro Valli, 15 settembre). A Giovanni Guidi e al suo Rebel Quintet il festival ha commissionato un progetto speciale dedicato alle canzoni di lotta di tutto il mondo, con un focus speciale su quelle italiane (Teatro Ariosto, 6 ottobre). A 25 anni dalla scomparsa di Frank Zappa, l’Ensemble ‘Giorgio Bernasconi’ dell’Accademia Teatro alla Scala ripropone The Yellow Shark, ultimo progetto realizzato dal grande autore e chitarrista; sul podio Peter Rundel, protagonista al fianco di Zappa dei live e dell’album originari (Teatro Valli, 12 ottobre). John Scofield, con il progetto Country for Old Men, va alla riscoperta delle proprie radici musicali nell’America profonda, rileggendole con lo spirito libero del jazzista (Teatro Ariosto, 26 ottobre). Infine, O Supersong, nuova produzione del festival con il duo Cristina Zavalloni – Fabrizio Puglisi e l’Mdi Ensemble, il cui obiettivo è – fra canzoni e nuove composizioni, su due set distinti – innescare relazioni insolite fra canzoni, dai Beatles a Toquinho. e musica contemporanea. Con 10 apposite commissioni (Teatro Cavallerizza, 2 novembre).
 
Sol # – concerti con parole.
Una serie di 4 concerti il sabato tardo pomeriggio: piccoli, intelligenti, imprevedibili – sul palcoscenico del Teatro Valli coabitato da artisti e pubblico in modo non convenzionale. La chitarra elettrica di Giacomo Baldelli mira a coniugare musica contemporanea e la comunicativa di musiche rock e ambient (Palcoscenico Valli, 29 settembre). Con il nuovo progetto, Notturni, il contrabbassista e compositore Daniele Roccato crea, anche con l’apporto dell’elettronica, un “flusso creativo incontenibile e strabordante” (Palcoscenico Valli, 6 ottobre). Canzoni di guerra di lavoro e d’amore è il progetto di Silvia Tarozzi e Deborah Walker, musiciste legate alle più avanzate pratiche sperimentali che, proprio attraverso questa lente, reinterpretano canzoni popolari emiliane. (Palcoscenico Valli, 20 ottobre). Infine, il trio Mirco Ghirardini – Andrea Rebaudengo – Simone Beneventi dedicano un concerto-performance al maggio 68 prendendone a emblema un celebre slogan, Les murs ont la parole: l’immaginazione prende il potere anche nella musica, all’insegna della trasgressione (Palcoscenico Valli, 27 ottobre).
 
Teatro per la musica e per lo spazio.
Teatro musicale, di parola, di regìa, di visione. Teatro che mobilita tutte le arti performative e sceniche. Lontano da qui (tit. provvisorio) è la nuova opera in musica di Filippo Perocco, per la regìa di Claudia Sorace; un’opera sul cambiamento, la precarietà, la rinascita (Teatro Cavallerizza, 28 e 30 settembre). In Cold Blood di Jaco van Dormael e Michèle Anne de Mey la macchina da presa si muove in un incantevole set in miniatura: un sogno ad occhi aperti dallo humour non convenzionale (Teatro Cavallerizza, 27, 28, 29 ottobre). Dopo il recente Leone d’Oro assegnato loro dalla Biennale Teatro, Antonio Rezza partecipa al festival abitando le sculture di Flavia Mastrella e continuando, con Fratto_X ad ammonirci con anticonvenzionale ironia (Teatro Cavallerizza, 9 novembre). Tango Glaciale è il debutto nel 1982 di Mario Martone alla regìa, in uno spettacolo che ha cambiato la storia della sperimentazione teatrale, oggi ripreso e riallestito (Teatro Cavallerizza, 15, 16, 17, 18 novembre). Com’è consuetudine, il festival ospita lo spettacolo vincitore di Direction Under 30, progetto del Teatro Sociale Gualtieri interamente affidati a compagnie, critica e giurie under 30 (Teatro Cavallerizza, 13 ottobre).

 
Danza & Confini.
La Compagnie Wang Ramirez pratica una danza radicata nell’hip hop, nella danza urbana e nelle arti marziali, ma capace di accogliere ancora altri linguaggi artistici; in Everyness tali strumenti sono messi al servizio del racconto emozionante di una relazione (Teatro Ariosto, 29 settembre). Con Requiem pour L., Fabrizio Cassol e  Alain Platel attraversano il Requiem di Mozart lasciandosi guidare dalle influenze musicali più differenti del jazz, dell’opera e della musica popolare africana (Teatro Ariosto, 13 e 14 ottobre). Tutto dedicato a Bach, con la sua musica eseguita dal vivo, è la serata di Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto; i due titoli, rispettivamente del maestro Jiří Kylián e del giovane Diego Tortelli, affermano una forte visione intergenerazionale (Teatro Valli, 19 ottobre). La compagnia Rosas ripropone Achterland creazione del 1990 di Anne Teresa de Keersmaeker, con musiche dal vivo di Ligeti e Ysaÿe; un lavoro di tale forza e visione artistica da aver mantenuto nel tempo una straordinaria attualità (Teatro Valli, 31 ottobre). Tre protagonisti della nuova coreografia italiana sono altresì presenti nel festival: Manfredi Perego, vincitore del Premio Gd’A, insegue con Labile Pangea il bisogno di vivere il contrasto fra potenza e fragilità (Teatro Cavallerizza, 5 ottobre). CollettivO CineticO presenta una rivisitazione How to destroy your dance e un Dialogo con il coreografo israeliano Sharon Fridman (Teatro Cavallerizza, 17 ottobre). Annamaria Ajmone presenta con Trigger un sistema mobile, che si adatta al luogo in cui è ospitato (Ridotto del Teatro Valli, 31 ottobre e 2 novembre).
 
Circo.
Il circo conosce in questi anni una nuova freschezza, proprio nella dimensione contenuta e poetica del teatro. Nell’àmbito di una collaborazione con il progetto belga “Bruxelles en piste”, dedicato interamente al circo, si collocano due spettacoli: La Cosa di Claudio Stellato, un viaggio artistico fra acrobazia, danza, magia e fisicità (in collaborazione con Dinamico Festival; Fonderia Aterballetto, 4 e 5 ottobre), e La Vrille du chat della compagnia Back Pocket, dove i virtuosismi acrobatici si combinano in un’unica narrazione a proiezioni e flashback (Teatro Cavallerizza, 20 e 21 ottobre)
 
Kids.
Spettacoli anche (ma non solo) rivolti ai bambini: oltre agli spettacoli già inclusi in altre aree (Cold Blood e La Vrille du chat), la sezione Kids  si completa con il secondo spettacolo della Compagnie Wang Ramirez, destinato a un pubblico dai 7 anni in su: We are Monchichi, scaturito da un precedente spettacolo di grande successo (Monchichi), è una storia d’amore che si colloca fra danza e teatro, in cui lo humor supera la grazia (Teatro Cavallerizza, 4 novembre). Kinkaleri prosegue il suo lavoro di ricerca rivolto direttamente al mondo infantile con Butterfly, favola sentimentale triste, intensa, dolcissima, che fa scoprire ai bambini il mondo dell’opera e della musica di Giacomo Puccini (Teatro Cavallerizza, 20 e 21 novembre). 
 
Un network per la creazione contemporanea, di collaborazione, scambio di idee e informazioni relative alla programmazione, col fine di ampliare le possibilità di circuitazione di spettacoli stranieri nel nostro Paese e moltiplicare le potenzialità coproduttive, è stato costituito fra i tre soggetti Festival Aperto di Reggio Emilia, RomaEuropa Festival e Torino Danza.
I progetti condivisi in questo quadro sono: Diary of one who disappeared (FA, REF); The Yellow Shark (FA, REF in collaborazione con Musica per Roma, in un tour prodotto dall’Accademia Teatro alla Scala che toccherà anche il Piccolo Teatro di Milano); O Supersong (FA, REF in collaborazione con MpR); Tango Glaciale Reloaded (FA, REF, TD); Requiem pour L. (FA, TD).
 
Abbonamento libero per Festival Aperto 2018 
10 ingressi  a euro 100 da utilizzare singolarmente o in coppia
a scelta fra una selezione di spettacoli decisi dalla Fondazione I Teatri.