“La vita fragile. Ha 40 anni la legge Basaglia”

Per festeggiare i quarant’anni della Legge Basaglia, Festina Lente Teatro, sabato 19 e domenica 20 maggio, dalle 16 alle 19, presenta al Teatro Cavallerizza di Reggio Emilia lo spettacolo itinerante "La vita fragile. Ha quarant’anni la Legge Basaglia", regia di Andreina Garella, ambientazione Mario Fontanini, realizzato in collaborazione con Dipartimento di Salute Mentale AUSL di Reggio Emilia e Scandiano e Fondazione I TEATRI nell’ambito di Reggionarra 2018.
 
In scena il gruppo fuori dall’ordinario composto da Stefano Barbieri, Elena Beltrami, Luciano Bertazzoni, Marco Cavalli, Giovanni Coli, Carmine Cirillo, Marco Di Franco, Gaia Gambarelli, Monica Gandolfi, Giampaolo Gualtieri, Caterina Iembo, Giuliano Iembo, Patrizia Marcuccio, Stefano Marzi, Karmen Montanaro, Antonia Prandi, Gianluca Tagliavini, Massimo Torri, Aurelio Vergai accompagnati dalle musiche travolgenti della Banda di Quartiere di Reggio Emilia diretta da Emanuele Reverberi.
 
Impegnata dal 2002 a condurre un progetto di Laboratorio Teatrale rivolto a persone con fragilità e disagio psichico, Andreina Garella anche in questo nuovo lavoro, come nei precedenti, vuole sottolineare come la fragilità sia una delle tante forme di stare al mondo, dare spazio ad altri modi di essere, aprire nuove strade di riflessione per liberare da stereotipi e luoghi comuni che tuttora accompagnano chi soffre di un qualsiasi disagio.
 
"La vita fragile" è un percorso dove, in alcuni punti, si svolgeranno, in contemporanea, diverse azioni teatrali, che si ripeteranno ininterrottamente. Gli spettatori, così come i visitatori di una mostra, potranno seguire le indicazioni o scegliere liberamente il proprio tragitto e le "stazioni" in cui soffermarsi.
 
Nel foyer del teatro, psichiatri, artisti, storici, cittadini, racconteranno il loro rapporto con la Legge Basaglia per ricordare a tutti che in Italia non si dovrà rispondere mai più al disagio psichico con l’internamento, la segregazione e l’esclusione.
 
 "La vita fragile" è ‹‹dedicata a tutti quelli che non lo fanno apposta, a chi è un poeta e non lo sa, a chi arriva sempre un po’ dopo e a chi lo aspetta, alla libertà, a chi è gentile, a chi è timido, a chi è mite, a chi non è indifferente, alle differenze, a chi tiene sempre le porte aperte,  a tutte le persone nascoste, invisibili, fragili, a chi è ancora capace di ascoltare e tacere, alle parole che guariscono, alle parole fragili, a chi ha male all’anima, alla follia che è in noi, alla fragilità del silenzio, a chi non sa cos’è la follia, può essere tutto o niente, a chi ha dimostrato che l’impossibile può diventare possibile, che il teatro l’abbia sempre vinta!››.